L’ansia dell’armonia “ Marco Nizzoli : 1 novembre – 1 dicembre 2018

Le cose sono unite da legami invisibili. Non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella ( Galileo Galilei).
Da ogni minimo segno ricavare il massimo di tensione poetica.

Marco Nizzoli “L’ansia dell’armonia” – Veduta della mostra
Marco Nizzoli “L’ansia dell’armonia” – Veduta della mostra 2
Marco Nizzoli “L’ansia dell’armonia” – Veduta della mostra 3
Marco Nizzoli “L’ansia dell’armonia” – Veduta della mostra 4
Marco Nizzoli “L’ansia dell’armonia” – Veduta della mostra 5

Qui diresti che sia la stessa cornice del quadro a ritagliare una porzione di puro silenzio. Più che di spazio, un frammento di tempo sospeso ove catturato e bloccato vi appare un istante rivelatore: la quintessenza d’un misterioso messaggio di cui lì per lì non riesci a cogliere la portata. Anzi, proprio perché così esiguo nei connotati che lo compongono quasi potresti crederlo ai limiti dell’insignifi- canza. Se non fosse che quello seguita a catturarti lo sguardo. Sicché, appena andati oltre ad un primo: – Ma cos’è?… Che vuol dire?…, t’accorgi che ben più forte è il potere di suggestione con cui esso vince ogni tua resistenza razionale, ogni tuo pregiudizio circa l’idea che ti sei fatto di bellez- za o di forma. Cosicché adesso cattura la tua attenzione e a poco a poco t’impone la sua enigmatica leggerezza.
È questo il primo effetto che ti suscita un’opera come Armonie, 1 di Marco Nizzoli, d’istinto archi- tetto minimalista d’effetti musicali ancor prima forse che pittore che attinga ogni pretesto dalle apparenze del vero. Perché, inavvertitamente, l’atto estetico in cui Marco ti coinvolge è quello d’indurti con dolcezza ad una sorta di spoliazione interiore. Attirandoti in un suo cerchio magico di grazia contemplativa.
Devi liberare l’anima da ogni ingombro, pregiudizio o perplessità e lasciarti prendere dal suo gioco. Si, perché, in apparenza, d’altro non sembra che un gioco: quasi un “gingillarsi” con dei pezzetti di carta ritagliati o strappati da un intero. Ma in cui si torna come da bambini a immaginare la totalità in ogni frammento d’universo che immagini o che sogni di vedere. Capaci d’animare l’ “informe” secondo regole o leggi speculari a quelle che sostengono la realtà, anche se non si vedono, anche se a te bambino nessuno ancora si è adoprato a dimostrartene l’esistenza. Come se innata in te vi fos- se un’ansia d’armonia in grado di mitigare l’angoscia di sapersi destinati all’arbitrio d’un Caos irremediabile. Così in punta di piedi sei accolto da Armonie, 1: nel tenue silenzio di un Oltre su cui si spalancano due finestre accostate. Esigui ritagli dai colori semi-spenti o sfumati vi si contrappongono. Ma com- binati in modo da bilanciarsi fra loro: con appena due piccoli strappi- ritagli ( l’uno nero in alto a sinistra, l’altro grigio in basso a destra), due pesi piuma chiamati a reggere in un perfetto quanto fragile equilibrio la bilancia stessa del mondo.